mercoledì 27 maggio 2015

Recensione - Tales of Hearts R

Tales of Hearts è un gioco uscito nel 2008 per Nintendo Ds e mai uscito dal Giappone. Solo alcuni anni più tardi, in seguito a un sondaggio in cui si chiedeva quali dei tre Tales of per Ds dovesse avere un remake, a spuntarla fu proprio la favola dei cuori. E così è nato Tales of Hearts R per Ps Vita (la "R" sta per Reimagine), con grafica nuova e dungeon riadattati.
Il doppiaggio è rimasto quello originale, quindi in giapponese, e sono stati solo aggiunti dei sottotitoli in italiano, e questa è stata una decisione economica per gli sviluppatori e fantastica dal mio punto di vista.



La trama all'inizio non stupisce molto, e anzi sembra qualcosa di terribilmente lineare.
Il gioco si apre con una favola, quella della "Bella Addormentata", che più volte ci capiterà di riascoltare o semplicemente la sentiremo nominare, sebbene non si capisca quale sia il suo significato. Spesso infatti mi è capitato di chiedermi cosa cavolo c'entrasse con il resto della storia.
La risposta, però, mi è arrivata solo dopo molte ore di gioco, quando subentra la "vera" trama.
La grafica non è delle migliori, ma nessun Tales of brilla,
sotto questo aspetto.
In principio, infatti, Tales of Hearts parlerà di Kor Meteor, un giovane somatico che vive assieme a nonno in un piccolo paesino. I somatici sono coloro che hanno la capacità di sfruttare il potere della propria anima (che loro chiameranno Spiria), oppure di entrare in quelle altrui per curarli in casi di malattie (chiamate Despiria).
Un giorno Kor incontra sulla spiaggia una strana ragazza, Kohaku, e successivamente suo fratello, Hisui. I due dicono di essere sfuggiti dalla perfida maga Incarose, e che stanno cercando il nonno, somatico anche lui, per chiedergli aiuto a sconfiggere la megera.
Ovviamente l'incontro finisce in tragedia, con lo Spiria di Kohaku che finisce in pezzi sparsi per tutto il mondo e il nonno di Kor morto stecchito.
Così i tre personaggi partono alla ricerca dei frammenti dell'anima della povera Kohaku, vivendo nel frattempo varie avventure e incontrando diversi personaggi che decideranno di unirsi alla loro causa.
Questa è la trama che si svilupperà per quello che forse equivale a un quarto del gioco. Quando Kohaku avrà ritrovato tutti i frammenti, l'intera storia subirà una piacevole svolta, e si capirà anche il senso della "Bella Addormentata" (no, non ha niente a che fare con la fiaba che conosciamo noi, né con Malefica).
Chalcedony è l'ultimo dei personaggi a unirsi al gruppo e...
sì, so cosa state pensando: ha davvero una pettinatura
orribile!
Tutto si farà più intricato da questo momento in avanti, entrerà in scena anche il vero cattivone della storia, che in realtà non è la strega Incarose.
Inutile dire che la prima parte sarà forse un po' più noiosa rispetto a tutto il resto, però questo non significa che non ci si possa divertire. I personaggi sono tutti molto caratterizzati e anche simpatici, spesso daranno vita a delle scenette divertenti, alcune anche facoltative, ma che davvero adoravo guardare.





Per quanto riguarda il sistema di combattimento, be'... Se avete giocato a un qualsiasi Tales of, saprete che più o meno è sempre quello, con delle particolarità diverse.
Si può controllare un solo personaggio in battaglia (ma che si può cambiare in qualsiasi momento anche durante il combattimento), mentre gli altri tre personaggi in campo seguiranno le tattiche suggerite dal giocatore. I nemici e i protagonisti a questo punto se le danno di santa ragione, utilizzando arti, abilità e attacchi combinati, creando a volte un gran caos.
I personaggi, poi, a seconda dell'affetto che provano fra loro, che si rafforza guardando le scenette o facendoli combattere insieme, si passeranno delle determinate abilità fra loro. Questa è una cosa che, in alcuni casi, mi ha salvato la vita, come quando ho potuto far equipaggiare a tutti l'immunità contro lo status pietra.
Ma la particolarità di questo Tales of è l'introduzione del sistema di Caccia: dopo aver malmenato senza mai fermarsi un nostro nemico, gli spunterà un simbolo gigantesco in testa, impossibile da non vedere. Se lo si colpirà ancora, lo si indebolisce e sarà possibile scagliarlo da una parte all'altra del campo con poche mosse per un certo limite di tempo. Inoltre, è possibile anche inseguirlo e teletrasportarsi direttamente vicino a lui per continuare a riempirlo di botte con la semplice pressione del tasto quadrato.
Un'altra innovazione apportata nel combattimento è dovuto al touch screen. Si possono infatti selezionare cinque abilità per ogni personaggio, da attivare toccando o trascinando l'icona di tale personaggio sul campo di battaglia. Questa caratteristica renderà le lotte non solo più facili, ma soprattutto molto più divertenti e varie.

Come in ogni gioco di ruolo che si rispetti, c'è la presenza di svariati dungeon, uno più "odioso" dell'altro. In ognuno ci saranno infatti diversi rompicapi da risolvere, spesso si dovrà tornare indietro per delle strade intricate, dove ci si perderebbe senza l'uso della mappa. Il problema è che, a causa dei combattimenti casuali, certe volte fare su e giù in cerca della soluzione non è esattamente il massimo del divertimento. Dopo aver affrontato diecimila nemici sempre uguali, mi capitava di stancarmi. E' vero, esistono degli oggetti che ti permettono di evitare i combattimenti, ma oltre al fatto che durano poco (un po' come il repellente nei Pokémon, per capirci), non funzionava manco tanto bene. Spesso mi capitavano nuovi incontri subito dopo averlo usato.

La storia è molto longeva, durerà più o meno una trentina di ore. Anche se, secondo me, in alcuni punti hanno cercato di allungare il brodo facendo succedere cose "impreviste" e rispedendo i protagonisti al punto di partenza. Diecimila volte mi è sembrato di essere a un passo dalla fine, e puntuale succedeva qualcosa che mi costringeva a fare altre mille operazioni, prima di tornare al punto in cui ero prima. Tant'è che a un certo punto pensavo che il gioco fosse infinito! xD

In definitiva, Tales of Hearts R non è di certo uno dei giochi migliori, sotto il punto di vista tecnico, in circolazione per Ps Vita, ma tutti i punti persi li riguadagna con degli ottimi personaggi e una bella storyline, a tratti davvero imprevedibile. L'unico altro Tales of a cui ho giocato finora purtroppo è stato Xillia, e fra i due ammetto di aver apprezzato di più questo dei cuori, però non saprei come si piazzi rispetto a tutti gli altri capitoli della saga.
Sicuramente però so che ogni possessore di Ps Vita dovrebbe averne una copia.

Voto: 8/10

Tanto per capire le differenze, questo è com'era il gioco per Ds.

2 commenti:

  1. Oddio, gli sviluppi della trama che hai descritto mi ispirano un sacco! *___*
    Come puoi immaginare... sai cosa vorrei?! Che ne esistesse anche la versione romanzata... scommetto che sarebbe un libro fantasy stupendo! :P

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    Risposte
    1. Sì, la trama mi è piaciuta molto, soprattutto la seconda metà, quando comincia a diventare più ingarbugliata *__*
      Una versione romanzata ci starebbe bene, ma secondo me anche una manga sarebbe da prendere in considerazione! :)

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